2/12_Istituzione

Lavoro e 180 w

Istituzione. La rivoluzione avviata ai tempi di Basaglia insieme a tanti altri intellettuali e lavoratori contrasta l’istituzione, e la propria autolegittimazione mira a rendere palese a tutti il carattere poliziesco del manicomio e di tutte le istituzioni chiuse, costruite per il controllo sociale. Questa struttura fatta di muri, di chiavi, di carcerieri (infermieri) e di giudici (psichiatri) è essa stessa fattore scatenante della malattia mentale “che non si cura” se non cambiando l’istituzione.

In questa rivoluzione la libertà è terapeutica eD il mettersi in gioco di ognuno a prescindere dai propri ruoli, anzi, nonostante i propri ruoli, abbatte i muri e consente alle persone con disagio di vedere di nuovo riconosciuti i propri diritti.

È necessario opporsi agli strumenti della violenza come l’elettroshock e le fasce di contenzione per palesare la natura puramente carceraria e di tortura di quei metodi, ancora in uso nella maggior parte del mondo.
È stato necessario per scoprire la mistificazione del “curare” i matti con quei metodi quando invece su di loro si esercitava solo potere violento.

Questa rivoluzione sostituisce prendersi cura a curare, scova la matrice sociale nei ruoli di controllo e libera i lavoratori del manicomio dal peso di vedere le persone sofferenti come nemici da cui difendersi. In pratica mostra con chiarezza che la malattia é solo il sintomo causato dalla società stessa.

È la Rivoluzione che non dobbiamo dimenticare.
È la Rivoluzione ancora in corso perché è ancora pieno di carcerieri con il camice bianco nonostante la legge.
È la rivoluzione che dobbiamo veramente celebrare nell’anno che sta per arrivare con un gioco di numeri: il ’18 e la 180.
40 anni dalla legge 180 e una nuova energia con cui continuare il lavoro, giorno dopo giorno di integrazione ed emancipazione delle persone che soffrono mentalmente e nel corpo.

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Se volessimo realmente costruire una società migliore non potremmo consentire una settorializzazione degli ideali. Animalismo, Veganesimo, e tanti credi che animano le nuove discussioni non cambiano la società perché ci convivono. Sono mercato. Sono Nicchie di mercato.
Se non sentiamo empaticamente chi ci sta vicino e non siamo sensibili alle ingiustizie la rivoluzione è persa.
Questa Rivoluzione può cambiare la società dall’interno con il lavoro quotidiano e con la parola e con le azioni anche umili come lo è il lavoro. Umile e nobile.

Il lavoro che deve tornare a nobilitare perché fonte di orgoglio e di aggregazione.
Non il salario che invece cede al denaro ed al suo sistema di autoproduzione del mondo rendendoci tutti miserabili e inumani.

Legno di abete. 25cm.

1/12_Padiglione 25

padiglione25_Claudia Demichelis

Ieri sera è stato presentato Padiglione 25, il diario dell’autogestione degli infermieri del Manicomio Santa Maria della Pietà. Proprio all’interno del Santa Maria nella sala Basaglia. Bisogna leggerlo e bisogna vedere il film che Massimiliano Carboni ha girato insieme a Claudia Demichelis.

Lo ho voluto inserire qui nel blog perchè è profondamente attinente con il lavoro quotidiano che facciamo in falegnameria, nel padiglione 41 dello stesso luogo che oggi è un parco aperto alla città grazie a quelle lotte.

18/11_Utopia Concreta

La civiltà felice,

o l’ennesimo monastero,

chiuso in una valle

nascosta da un inaccessibile valico in cima ad impervie creste rocciose.

L’ennesimo.

Questo, però, è abitato tuttora da una civiltà felice

-Anche questo?

-Beh, l’ennesimo.

Ma ‘sto posto tra Google map,

i satelliti spia, le foto da smartphone,

ormai, ‘sto posto, sappiamo che non c’è.

E allora ce restano du’ sole arternative vere:

o se famo abbatte dar marmadrone

oppure, ‘sto posto, lo famo.

Ovunque.