progetto ludico artistico per una percezione attiva del mondo
Stavo dipingendo un autoritratto ed ho avvertito un senso di incompleto, una urgenza; quella di stimolare i sensi più pigri.
Normalmente guardiamo al mondo con un senso preferito, raramente con più di uno. La nostra società, governata dalle immagini, favorisce l’affievolirsi degli altri sensi.
Per entrare in empatia con gli altri avremmo bisogno di tutti e 5.
La vista, isolata, genera molti problemi di interpretazione.
Una sfida per la quale ho immaginato un gioco artistico di meditazione. Ho disegnato e realizzato tre dadi da gioco per indirizzare la percezione.
Il funzionamento è molto semplice: i tre dadi sono costruiti uno nell’altro come in una matrioska.
Il più interno è quello che tutti conosciamo con la numerazione da 1 a 6 e indica la velocità di percezione. Dalla più lenta ,1 ,all’istantanea il 6. Lo contiene un dado a 5 facce con rappresentati i cinque sensi a sua volta contenuto in un dado a 4 facce che riporta i quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco.
Come in una meditazione ci si rivolge a qualcosa intorno a noi che abbiamo notato: un fiore, un albero, una crepa in un muro il fiume della nostra città che scorre lento e lanciamo i dadi.
A questo punto dobbiamo esercitare la nostra percezione come i dadi ci suggeriscono. Velocità, elemento dell’attenzione, senso.
Questo esercizio estetico è fecondo, si aprono nuovi scenari, il mondo ci si rivela per come non siamo abituati a vederlo. Questo era l’obiettivo: cambiare aprendomi.
Con questo strumento ho sviluppato il progetto.

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Il progetto è composto da un breve video, un libro, dei dadi da MBG disegni acquerelli e dipinti.
Mind Board Game, video
le giornate di gioco nel Santa Maria della Pietà, ottobre 2019









Il gioco e il manicomio
Il gioco è una attività che si svolge in una area definita, in un tempo definito con regole note e condivise, che diverte e riserva ruoli a chi partecipa, autoremunerativo e prima di tutto libero.
Il manicomio è un luogo in cui l’area è definita, le regole note e da alcuni condivise in cui qualsiasi evento è condizionato dalla totale assenza di libertà. È un gioco per chi lo gestisce, per chi definisce regole e tempi, ruoli e spazi, considerando le persone “contenute” nel manicomio pedine. Pedine gli internati e pedine i carcerieri, infermieri o altro che siano. L’efifania è stata ,nella quotidiana frequentazione del Santa Maria della Pietà, l’ex manicomio provinciale di Roma, la rivelazione del manicomio come AntiGioco. Non solo per l’assenza di libertà comune a molte istituzioni che le rendi simili, ma per l’ostentata funzionalità del sistema e per l’attenzione ai simboli, alla coerenza estetica….. Il Manicomio è l’opposto del gioco infinito, esercizio di potere completamente avulso dagli obiettivi di cura e di piacere.


















